VANGELIS - IL GRECO

Quante volte sarà capitato di sentire il brano di pianoforte che accompagna momenti di moviola all'interno dei film o dei cartoni animati, il più delle volte in maniera comica? Oppure, per chi ha qualche annetto, chi ricorda la sigla de "Il Fatto" di Enzo Biagi, con quel suono elettronico tipo campanellino ripetuto diverse volte? O ancora, chi non è rimasto colpito da quella colonna sonora futuristica che descriveva in maniera semplice, ma impeccabile, le scene del film "Blade Runner" di Ridley Scott?

Per chi non conoscesse (o non ha mai cercato di sapere chi fosse) l'autore di alcuni di questi brani famosi(ssimi), penserò io ad illuminarvi.

 

Brevi cenni biografici

Dal nome che ricorda una scioglilingua, Evangelos Odysseas Papathanassiou, in arte Vangelis, è la diabolica mente che ha realizzato questi indimenticabili capolavori.

Autodidatta, senza nessuna conoscenza formale a livello di scrittura e lettura sul rigo musicale, il compositore greco ha avuto una carriera invidiabile nel campo della musica elettronica e non, diventando insieme al collega francese Jean Michel Jàrre, l'uomo che ha portato da ambienti ristretti sino alla massa le meraviglie della musica elettronica e ambient.

Dopo un buon successo ottenuto con gli Aphrodite's Child, nel 1973 comincia la sua carriera solista, che oltre a vederlo protagonista nella creazione di LongP lay di musica elettronica come Spiral (1977), lo porterà a collaborare con artisti di un certo calibro, come Jon Anderson degli Yes, con artisti italiani come Claudio Baglioni e Riccardo Cocciante, con l'attrice e divenuta con lui cantante sua connazionale Irene Papas e con tanti altri, arrivando a lavorare per la televisione francese, sino a diventare compositore di colonne sonore:

Tra queste bisogna necessariemente citare "Chariots of Fire", in Italia conosciuto come "Momenti di gloria", che lo condurrà alla vittoria dell'Oscar

 

www.youtube.com/watch?v=TYJzcUvS_NU

 

La musica

Caratteristica che non sfugge per chi conosce Vangelis, è la sua capacità di improvvisare, ovvero di creare sul momento. Le sue colonne sonore sono l'esempio più evidente, attraverso le quali descrive, letteralmente, le immagini che gli vengono poste davanti durante la produzione del film, una sorta di vero e proprio convertitore da fotogramma a nota.

 

www.youtube.com/watch?v=IjO8wsjPqbg

 

Sentendola non ricorda affatto la tipica colonna sonora che deve rispettare le classiche regole accademiche che hanno sempre dominato all'interno dell'arte del suono, ma riesce comunque ad emozionare e a condurre per mano lo spettatore che guarda la scena.

ED E' UNA COSA IMPROVVISATA SUL MOMENTO!!! Con un tecnico del suono che ovviamente lo aiuta a gestire i volumi e a scegliere le parti migliori.

Oltre a questa capacità, Vangelis nel corso della sua carriera ha sperimentato tantissimo sulla musica, come nella creazione di "movimenti del suono", ovvero da quali casse e in che maniera deve uscire il suono.

Per capirlo meglio conviene ascoltare almeno l'inizio di Spiral, traccia dell'omonimo disco:

https://www.youtube.com/watch?v=iW_qGMRmJAw

Se non ve ne siete accorti subito, noterete che il suono sembra seguire una sorta di percorso a "spirale" partendo dal centro sino a girare intorno a voi (potete apprezzarlo solo con delle cuffie

con un impianto Hi-Fi da millemila euro).

 

Gli strumenti

Oltre ad essere famoso come compositore, Vangelis è conosciuto anche per la quantità enorme di tastiere che possiede, questo grazie alle grandi risorse economiche che sono in parte della famiglia (almeno per le prime strumentazioni) e in parte dai successi che ha ottenuto. La scelta di questi strumenti ricade su una facilità d'uso e di gestione. Infatti difficilmente vedrete un Vangelis che si metterà a smanettare sulle manopole dei suoi sintetizzatori per cambiarne il suono o a fare complesse ragnatele di cavi per collegare vari impianti tra loro.

Tra queste tastiere bisogna necessariamente citare lo Yamaha Cs80(metto link con strumento), mastodontica tastiera da 91 KG(!!!) che è divenuta sinonimo di "Suono alla Blade Runner",

 

www.youtube.com/watch?v=Yv4EADAHwOA

 

e il Prophet 5, tastiera molto in voga negli anni 80

https://www.youtube.com/watch?v=JtBAlGv-EHE

Oltre a queste, nella sua carriera il Greco si è cimentato con le percussioni, compresi Gong e Xilofoni, e a anche con diversi strumenti a fiato, come gli ottoni utilizzati in Spiral. Detto questo vi lascio sulle note di un'improvvisazione realizzata dal nostro protagonista per un documentario del 1981 diretto dal regista Frédéric Rossif: L'arbre de vie.

 

- Edoardo Massaro -

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DEEP PURPLE - LA STORIA DEL ROCK

DEEP PURPLE - LA STORIA DEL ROCK

I Deep Purple sono quei monaci che amano flagellarsi: quando le cose vanno bene noi sentiamo il bisogno di verificare fino a che punto riusciamo a compromettere il nostro successo. Poi ci pentiamo e cerchiamo di riprendere dal punto dove abbiamo lasciato." - Jon Lord

Sebbene questo sia il brano più famoso dei "Profondo Viola", esso non è quello che ha rappresentato al meglio lo spirito del gruppo.
Del gruppo si potrebbe scrivere un intero romanzo considerando la quantità sproposita di dischi, live, raccolte, performance che hanno segnato la loro carriera, per essere, dopo gli Yes, uno dei gruppi con il maggior numero di cambi di musicisti nella storia del Rock, band più rumorosa del mondo e tanto altro.
Nei cuori dei fan, la formazione "classica", con Jon Lord alle tastiere, Ritchie Blackmore alla chitarra, Ian Paice alla batteria, Ian Gillian alla voce e Roger Glover al basso, è stata quella che, oltre ad aver avuto più successo, ha lasciato LP che sono entrati in poco tempo all'interno delle pietre miliari del Rock.
Tra questi vanno ricordati, il disco "Shades of Deep Purple"(1967), che è la prima testimonianzia sonora registrata su un vinile: anche se sono lontani (ma non troppo) dallo stile che poi li renderà celebri, in questo LP sono presenti brani originali e cover, come "Help!" dei Beatles.
La svolta definitiva arriverà con la formazione che prenderà Ian Gillian alla voce e Roger Glover al basso, che li porterà a scrivere gli album più celebri del gruppo come "Deep Purple in Rock", "Fireball", "Machine Head" e l'indimenticabile "Made in Japan".
In seguito la loro carriera sarà sempre destinata, al successo, producendo dischi di ottima fattura ed evolvendosi con il tempo a seconda del periodo, senza mai abbandonare il loro stile.
La musica e lo stile
Da come viene descritto brevemente sopra, "Shades of Deep Purple" sembra essere un normale disco di una band emergente, ma che in realtà esso contiene una quantità indefinita di stili: beat inglese, blues e jazz con un pizzico di funky, rock progressivo, citazioni di musica classica e chi più ne ha più ne metta. La prima volta che ho sentito la cover di "Help!", sono rimasto stupito, poichè sconvolge totalmente il brano originale: comincia sembrando una semplice ballata lenta fino ad arrivare ad assoli velocissimi di Lord con l'organo Hammond che introducono la chitarra di Blackmore, concludendosi con suoni e armonie che ricordano molto i primi brani di musica psichedelica.
Altra pietra miliare è il disco "In Rock" (1970), contenente "Speed King" e il lunghissimo brano "Child in Time", caratterizzato da un inizio lento e da un intermezzo rapidissimo su cui si lancia Blackmore in un assolo di 3 minuti.
Il disco predilige tantissimo l'improvvisazione, che sarà poi il vero cavallo di battaglia del gruppo, ed anche citazioni di brani popolari o di musica classica (Lord andava matto per Beethoven e Bach)
Fireball (1971) e Machine Head (1972) non saranno altro che lo sviluppo e perfezionamento degli elementi "In Rock", quali l'uso di riff semplici (un riff per chi non lo sapesse, spiegandolo in termini molto semplici, è come una frase all'interno di un testo scritto che si ripete spesso e che da modo di riconoscere "al volo" il pezzo sia a chi lo ascolta sia a chi lo suona) e da un largo uso dell'improvvisazione. All'interno di questi dischi sono contenuti brani come "Fireball", "Smoke on the Water", "Highway Star", "Space Truckin'", "Lazy", "Demon's Eye", "The Mule", senza contare che in questo periodo scrissero "Black Night" e "Strange Kind of Woman" e rilascirono come singoli.
Ma il momento che confermerà la l'importanza dei Viola nel mondo del rock, sarà nell'agosto 1972, quando i Deep Purple registreranno dal vivo(!!!) "Made in Japan"(1972): con questo LP, i Deep Purple verranno riconosciuti dalla critica come il gruppo con le migliori performance live e questo disco ne è la prova acustica: brani celebri allungati per dare spazio all'improvvisazione, sperimentazioni sonore e lunghissimi assoli di Blackmore e Lord sul palco, assoli al limite
del'umano di batteria di Ian Paice, ritmica più che sostenuta di Glover e esibizioni canore di Gillian che "duella" con la chitarra rimaste scolpite nelle nostre orecchie, sono solo alcune delle meraviglie contenute in questo unico LP, tanto che ogni secondo che passa non risulta mai noisoso, compresi applausi tra un brano e l'altro.
Se vogliamo proprio andare a vedere una pecca del disco è che esso prima o poi finisce.
Con questo LP, i Deep Purple troveranno finalmente il sound che li caratterizzerà per tutta la loro carriera, considerando i cambi che avranno in seguito che includeranno musicisti con degli studi e stili musicali molto diversi da quelli della formazione originale.
Da ricordare tra gli album "Burn", "Stormbringer", "Perfect Strangers", "The House of Blue Light".
Attualmente I Deep Purple al momento continuano a fare tour in tutto il mondo e a stupire sempre il loro pubblico, considerando che Steve Morse non è Ritchie Blackmore e Don Airey non è Jon Lord.
Tuttavia, con la scomparsa di Jon Lord, per molti fan si spengono le speranze di poter rivedere un'ultima volta la formazione di cui tanto si innamorarono e che ancora adesso fanno innamorare tanti nuovi ascoltatori.
 
- Edoardo Massaro -

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ADDIO ENZO & FRANCO - I DUE MENESTRELLI DI MILANO E ROMA

 

Vincenzo Jannacci, detto Enzo, nato a Milano il 3 giugno 1935, è morto nella sua città. Aveva 77 anni. Dopo aver lottato con la malattia che lo opprimeva da anni. Si è spento nella clinica Columbus di Milano, dove era ricoverato da alcuni giorni. Malato di cancro, negli ultimi giorni le sue condizioni di salute  erano peggiorate, per questo motivo era tornato in clinica. Cinquant'anni di carriera senza schemi fissi, oltre i confini. Dopo aver registrato quasi trenta album, alcuni dei quali indimenticabili, è ricordato come uno dei pionieri del rock and roll italiano, insieme a Celentano, Tenco, Little Tony e Gaber, con il quale formò un sodalizio durato più di quarant'anni. Basta dire Gaber e Jannacci per evocare una Milano che non c'è più, quella della nebbia, già grande città ma non ancora metropoli, una Milano romantica, popolata di personaggi bizzarri e poetici.
 
All'età di 74 anni, Franco Califano è morto nella sua casa ad Acilia. Malato da tempo, era nato nel 1938. Solo pochi giorni fa, il 18 marzo, si era esibito al Teatro Sistina di Roma. Originario di Pagani, in provincia di Salerno, Califano era nato su un aereo in volo su Tripoli, allora colonia italiana. Ed era anche un insospettabile tifoso dell'Inter. Eppure Franco Califano resterà per sempre tra le espressioni più genuine di Roma e delle sue tante anime. Canzoni a cui spesso erano stati altri a dare voce. Quella di Mia Martini, ad esempio, in Minuetto (scritta con Dario Baldan Bembo) e La nevicata del '56 (testo a quattro mani con Carla Vistarini). Quella di Ornella Vanoni, interprete di La musica è finita (su musica di Umberto Bindi, scritta con Nisa), Una ragione di più(scritta con Mino Reitano). E ancora Peppino di Capri, che con Un grande amore e niente più vince il Festival di Sanremo 1973). Come dimenticare E la chiamano estate, scritta con Bruno Martino che ne fu l'interprete. E l'inno in romanesco Semo gente de borgata, affidata alle voci di Edoardo Vianello e Wilma Goich. Per la più grande voce italiana, quella di Mina, Califano scrisse un intero album, Amanti di valore, nel 1974).

Recensioni

30.03.2013 01:12

IL MARTELLO DEGLI DEI

Che genere di libro pensate possa uscir fuori se scritto da un giornalista in tournèè per anni con i Led Zeppelin?

La risposta è molto semplice: IL MARTELLO DEGLI DEI di STEPHEN DAVIS

Un libro che è stato per anni nel mio cuore d'appassionato di musica rock e che ho consumato a forza di leggere.

Sottointitolato: la saga dei led zeppelin, questa biografia ampliata racconta vita,morte e miracoli, soffermandosi tanto sugli aspetti più oscuri della band quanto sulla loro musica e i loro concerti.

Stephen Davis ripercorre una vicenda lunga più di trent'anni che ha alternato trionfi discografici alle tragedie personali, come la morte di J.Bonham il 25 settembre 1980 e quella del figlio di R.Plant.

Se volete sapere delle accuse di pratiche esoteriche e sataniste nei confronti di Page, se non avete mai sentito parlare dei festini privati che venivano organizzati all'insaputa di Bonahm per paura che rovinasse tutto, se siete amanti delle curiosità e stranezze fatte dalle rockstar di quei tempi: tratto dal libro: Page accettò l'invito delle Plaster Casters, le più note groupie di quella città, la cui specialità consisteva nel prendere impronte in gesso dei peni eretti delle rockstar di passaggio. Questo libro sembra essere stato scritto apposta per voi.

La copertina è un chiaro richiamo all'album doppio dal vivo "The song remain the same" ed è stata utilizzata per la raccolta "Mothership".

Che altro aggiungere?, se non lo avete non potete considerarvi Fan.

 

- Simone Stolzuoli -

Oggi vi regaliamo

P.F.M. E' FESTA - download spartito

P.F.M. E' FESTA - download spartito

 

"Il brano contenuto nel LP "Storia di un minuto", pietra miliare del Progressive Rock italiano e disco più celebre della PFM, è una vera e propria scarica di energia concentrata in poco meno di 5 minuti, mescolando l'hard rock con sonorità che ricordano veloci ballate popolari. La canzone divenne talmente popolare anche all'estero che il gruppo dovette realizzarne una versione in inglese (Celebration).

Questa trascrizione, realizzata da me, cerca di essere il più fedele possibile alle partiture per tastiera originali. Potrebbe essere faticoso un brano per il tastierista alle prime armi, ma, una volta imparato, le soddisfazioni saranno tantissime, e dimostrerete a tutti di che pasta siete fatti!

E_ Festa.pdf (95,2 kB)

 

- Edoardo Massaro -

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Uscita mese di Marzo

JIMMY PAGE - Led Zeppelin

Iniziò la sua attività musicale come session man, entrando a far parte degli Yardbirds nel 1966, nei quali hanno suonato anche Eric Clapton e Jeff Back. Dopo l'esperienza con questa band diede vita nel 1968 ai New Yardibirds, rinominati in seguito Led Zeppelin. 

Dotato di una tecnicnotevole, ma sopratutto della capacità di dar corpo con la sua chitarra a scenari diversi, da quelli più sognanti e melodici a quelli più duri e metallici, la forza di page si concretizza nell'essere in grado di dar vita ad assoli indimenticabili (quello diStairway To Heaven è al primo posto nella classifica di guitar world) e riff altrettanto incisivi, oltre che di firmare ballate come Going To California e pezi dai richiami orientali come kashmir. Page è amatissimo e imitatissimo per la sua capacità di abbinare momenti di dolcezza a episodi aggressivi che fanno di lui, e più in generale dei Led Zeppelin, l'unico tangibile segno di rock ancora vivido e attuale. Anche oltre ai Rolling Stones

MICK JAGGER - I Pensieri

"Il matrimonio? è una buona idea solo se hai molti vestiti da lavare"

 

"Io non sono importante, sono stato solo un'invenzione dei giornalisti"

 

"I soldi non sono la cosa più importante per me, quanto come saperli spendere"

 

"Mi piace cantare dal vivo, sentireil calore della gente e pensare che se mi buttassi in mezzo a loro non ne uscirei vivo"

THE DOORS - Il Film

"E' stato bello spaziare nella sconfinata mente di Jim Morrison. Era un fuorilegge, un ribelle contro ogni tipo di istituzione. A modo suo era un soldato alla costante ricerca di una guerra da combattere. Fu cos' che diventò il leader di una generazione".

Furono queste le prime parole di Oliver Stone, il grande regista americano, alla presentazione del film "THE DOORS" pellicola prodotta nel 1991. Per realizzare il suo faraonico progetto, Stone spese 42 miliardi di lire per 65 giorni di riprese, impiegando oltre 30 mila comparse e 80 differenti set (da San Francisco a Los Angeles, fino a Parigi e New York). I principali interpreti del film erano: Val Kilmes (nella parte di Jim), Kyle MacLauchlan (Ray Manzarek), Kevin Dillon (John Desmore), Frank Whaley (Robbie Krieger) e Meg Ryan (Pamela Courson). 35 i classici dei Doors presenti nella colonna sonora, la cui realizzazione ha richiesto cinque mesi di lavoro e la consulenza di Paul Rothchild, ex produttore del gruppo. Nonostante il duro lavoro Oliver Stone fu accusato da parte della critica e del pubblico di aver portato sul grande schermo il ricordo personale dei Doors e non la vera storia delle band più maledetta degli anni Sessanta.

S.BARRETT - Pazzo o Genio?

Un artista involontariamente diventato un mito, che ogni anno riempie le pagine dei giornali. Per alcuni è morto, per altri è ricoverato da tempo in manicomio. Per molti, nonostante la sua breve permanenza nel mondo della musica è un genio, un folle che voleva sperimentare in continuazione: musica, droga, vita. Una figura a cui i Pink Floyd hanno dedicato due canzoni: SHINE ON YOU'RE CRAZY DIAMOND e WISH YOU WERE HERE. Secondo i suoi parenti Syd è vivo e non ha più alcun interesse per la musica, dipinge, fuma e guarda la televisione, è ingrassato ed è quasi calvo. Ma c'è chi come il cognato Paul Breen, giura di averlo visto strimpellare ancora una chitarra, con lo stesso stile e la stessa abilità dei tempi andati.

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